Patrimoni dell’Umanità UNESCO 2011: ecco i nuovi 25 siti

La lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco si arricchisce di 25 nuovi siti. L’Italia conquista due nuove iscrizioni e si conferma in testa alla graduatoria mondiale con ben 47 luoghi speciali, il 5% del totale, mentre è la Germania ad aver allungato la propria lista con l’iscrizione di 3 nuovi siti.
Il Comitato della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità si è riunita a Parigi nella sua trentacinquesima sessione proprio in questa ultima settimana di giugno e ha scelto i 25 nuovi siti che vanno a incrementare la già corposa lista di patrimoni dell’umanità che conta a oggi 936 proprietà tra cui 183 siti naturali, 725 culturali e 28 misti.
I criteri stilati dal Comitato per includere i beni nella lista del World Heritage sono ben dieci e richiamano i valori di universalità, unicità e insostituibilità del sito, sia esso naturale che culturale. Dalla sessione di Parigi escono dunque 25 nuovi beni che rispettano i criteri del comitato. Vediamo quali.
La Germania iscrive nella Lista UNESCO la Fabbrica Fagus di Alfeld in Bassa Sassonia, capolavoro di architettura industriale opera di Walter Gropius del 1910, le palafitte alpine e le Antiche Foreste di Faggio che sono un’estensione delle foreste primordiali dei Carpazi, in Slovacchia e Ucraina, già inserite nella lista World Heritage.
I nuovi siti italiani inseriti nella lista sono la Rete Longobarda e le palafitte alpine di Ledro e Fiavè che si trovano in Trentino ma sono in condivisione con gli altri paesi dell’arco alpino come Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia.
Anche il Giappone porta a casa due nuove iscrizioni: l’antica capitale del regno del nord, Hiraizumi, ricca di templi buddisti risalenti al XII secolo, e le isole di Ogasawara situate a circa 1000 chilometri a sud di Tokyo e note per il ricchissimo ambiente naturale e animale che ospita.
Tra i nuovi beni naturali inseriti nella lista UNESCO troviamo anche la Ningaloo Coast in Australia, nella parte ovest del paese, famosa per la sua piccola ma eccezionale barriera corallina.
L’Africa conquista ben 5 nuove iscrizioni: il Kenya Lake System nella Rift Valley, il paesaggio culturale di Konso in Etiopia , il Delta del Saloum in Senegal, il sito archeologico dell’isola di Meroe in Sudan e il Fort Jesus di Mombasa in Kenya, una roccaforte costruita dai portoghesi nel XVI secolo per proteggere il porto di Mombasa.
Passando dall’Africa al Medio Oriente troviamo quattro nuovi siti iscritti nella lista del World Heritage: la splendida moschea di Selimiye di Edirne un capolavoro di arte ottomana in Turchia, gli Antichi Villaggi del Nord in Siria, i siti culturali di Al Ain negli Emirati Arabi e il giardino persiano in Iran. A questi va aggiunta l’area protetta di Wadi Rum in Giordania che, nella lista UNESCO è considerata un bene misto tra culturale e naturale.
Tra gli altri nuovi siti iscritti si trovano anche i monoliti mongoli risalenti a 11.000 anni prima di Cristo, la Serra de Tramuntana in Spagna a nord ovest dell’isola di Maiorca, Les Causses et le Cévennes vecchio borgo agro pastorale nel cuore della Francia, la Cattedrale di León in Nicaragua, l’antica residenza dei Metropoliti di Bukovyna in Ucraina, il West Lake di Hangzhou in Cina, l’architettura coloniale britannica del Garrison un quartiere di Bridgetown capitale di Barbados, i paesaggi agricoli ai piedi delle Ande in Colombia, la cittadella della dinastia Ho in Vietnam costruita nel XIV secolo seguendo i dettami del feng shui.
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